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Il vecchio e il bambino (Iran)

Voce narrante di Paolo Monesi

Nella favolosa città di Teheran, si sta svolgendo un censimento sulla popolazione e tutti i cittadini vi si devono recare per certificare la loro esistenza.
Un vecchio con il nipotino, abitanti sulle montagne, in un villaggio molto lontano dalla capitale, si preparano per fare questo lungo viaggio. A disposizione hanno un solo asinello.

Pian piano si incamminano, per potersi presentare ai funzionari addetti al censimento.

Mentre il bambino è seduto sul dorso dell’asino e il vecchio gli cammina accanto, incontrano un gruppo di persone e, dopo averle superate, quando queste si allontanano, il vecchio percepisce i loro commenti: «Guarda come è maleducato quel bambino, lui sta sull’asino, mentre il vecchio che ha le gambe stanche, cammina a piedi…»

Il vecchio non dice nulla, fa scendere il bambino e sale sull’asino.

Incontrano un altro gruppo di persone e, dopo averle superate, di nuovo sente dei commenti:
«Guarda quel secchione, che egoista, con un bambino così piccolo, con le gambe così corte, lui sta sull’asino e il povero bimbo, deve corrergli appresso…»

Il vecchio non commenta, ma prende il bambino, facendolo sedere sul dorso dell’asino vicino a sé.

Incontrano un altro gruppo di persone e, dopo averle superate, sente nuovamente dei commenti:
«Hai visto quei due lì? Con un asinello così piccolo, gli stanno sopra entrambi, finiranno per sfiancarlo…»

Il vecchio ancora una volta non dice nulla, ma prende il bambino per mano, scendendo dall’asino e insieme si incamminano a piedi.

Dopo qualche chilometro incontrano ancora delle persone, che li salutano, ma mentre si allontanano, queste, commentano ridacchiando: «Avete visto quei due lì? Devono essere proprio stupidi! Hanno un asino a disposizione e vanno a piedi…»

Morale: quando fate qualcosa, fatelo per voi, perché se lo fate per avere l’approvazione degli altri, state sicuri che non l’otterrete mai.