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Cheng’he (Cina)

Voce narrante di Paolo Monesi

Chang’he e suo marito Hou Yi, il prodigioso arciere, vivevano durante il regno del leggendario imperatore Yao (2000 a.C. circa).

Hou Yi era un valente membro della Guardia Imperiale che maneggiava un arco magico e scoccava frecce magiche.
Un giorno nel cielo apparvero dieci soli. La gente sulla terra non riusciva più sopportare il caldo e la siccità che ormai continuavano da diversi anni.

L’imperatore decise allora di chiamare Hou Yi, ordinandogli di colpire i soli di troppo per eliminarli dal cielo e soccorrere così la popolazione.
Facendo uso della sua abilità, Hou Yi ne abbattè nove lasciandone solo uno.

La sua fama si diffuse, allora, fino giungere alla Regina Madre d’Occidente (Xi Wang Mu) nei lontani Monti Kunlun. Essa lo convocò al suo palazzo per ricompensarlo con la pillola dell’immortalità, ma avvertendolo così:
«Non devi mangiare la pillola immediatamente. Prima devi prepararti per dodici mesi con la preghiera e il digiuno».

Essendo un uomo diligente, egli prese a cuore il consiglio e iniziò i preparativi nascondendo, prima di tutto, a casa sua la pillola. Sfortunatamente fu chiamato d’improvviso per una missione urgente.

In sua assenza, la moglie Chang’he notò una luce fioca e un dolce odore emanare da un angolo della stanza.
Una volta presa la pillola nella mano, non riuscì a trattenersi dall’assaggiarla.
Nel momento in cui la ingoiò la legge di gravità perse il suo potere su di lei.

Poteva volare!

Non molto tempo dopo sentì suo marito ritornare e terrorizzata volò fuori della finestra. Arco e frecce in mano, Hou Yi la inseguì per mezzo cielo, ma un forte vento lo riportò a casa.
Chang’he volò dritta sulla Luna, disperata dall’impossibilità di poter tornare sulla terra, e vi costruì il suo palazzo.

L’arciere allora mangiò la parte di pillola rimasta e volò anche lui ma arrivò sul sole, dove si costruì a sua volta un palazzo.

I due si possono così, incontrare una volta al mese, nel quindicesimo giorno di ogni mese, quando la luna diventa piena.

Cheng’he e Hou Yi sono divenuti così simboli della luna e del sole, dello yin e dello yang, del negativo e del positivo, del buio e della luce, del femminile e del maschile; ossia della dualità che governa l’universo.