Nel profondo sud della Germania, in Baviera, si nasconde un castello da fiaba, costruito su un picco roccioso e raggiungibile solo attraverso una strada lunga e tortuosa.
Il castello di Neuschwanstein è un labirinto di stanze bizzarre che rispecchia la personalità di Ludovico II di Baviera, il re che lo fece costruire ispirandosi alle opere di Wagner che conosceva a memoria. Soprannominato il “re Pazzo”, Ludovico II viene anche ricordato per aver fatto costruire delle slitte e delle carrozze dalle forme fantastiche, su cui viaggiava di notte, a volte vestito con dei costumi storici che amava particolarmente.
Durante la Seconda guerra mondiale il castello di Neuschwanstein fu trasformato in un deposito di opere d’arte. Il Monuments Man James Rorimer, durante le sue indagini a Parigi, venne a sapere di questo castello nell’ottobre 1944 da Rose Valland, una funzionaria del Louvre nonché spia della Resistenza francese.
James Rorimer poté entrare a Neuschwanstein solo nell’aprile 1945 e scoprì che non si trattava di un deposito qualsiasi: trovò sale piene di dipinti, arazzi, mobili, libri e altri oggetti di uso domestico. Si trattava di gran parte delle collezioni artistiche francesi, pubbliche e private, che i Nazisti avevano sottratto durante l’occupazione, per un totale di oltre 21.000 opere d’arte.
A Neuschwanstein i Monuments Men trovarono anche le schede di inventario delle opere rubate, a dimostrazione che il saccheggio delle collezioni francesi era stata un’operazione sistematica e organizzata. Vista l’importanza di questo deposito, il castello venne immediatamente sigillato da James Rorimener poco dopo la visita, con l’ordine di impedire a chiunque di accedervi: salvaguardare i tesori nascosti a Neuschwanstein significava proteggere il patrimonio culturale di un’intera nazione.