OSSERVARE, RIFLETTERE, SCOPRIRE
Osserviamo alcuni dipinti di Utrillo. Raccogliamo le riflessioni spontanee dei bambini.
Aiutiamoli a scoprire i cieli di Utrillo con alcune DM (domande maieutiche): Secondo voi, che cosa si ripete nei quadri di Utrillo e che cosa muta? Che cosa gli piaceva dipingere? Se i bambini hanno già un po’ di esperienza di laboratori di arte del Novecento, possono fare riferimento gli artisti che hanno già incontrato per comprendere il nuovo pittore, mettere in ordine le loro conoscenze; ad esempio ricordare che Modigliani dipingeva quasi esclusivamente ritratti, che Miró e Klee creavano un mondo fantastico, possono accostare Utrillo agli Impressionisti e così via. L’obiettivo non è quello di fare dei bambini degli esperti, ma quello di stimolarli a fare confronti e collegamenti, classificare, utilizzare le conoscenze acquisite per conquistarne di nuove.
Dopo aver riflettuto sui soggetti, possiamo suscitare qualche riflessione sulla tecnica e la pennellata. Infine concentriamo l’attenzione sui cieli di Utrillo. Possiamo leggere loro le parole di Claude Roger-Marx, in cui è detto tutto: nei quadri di Utrillo, il cielo illumina in modo sempre diverso la stessa piazza.
DM: E il cielo di oggi com’è? Che cosa fa cambiare il cielo? Saranno le preconoscenze sul meteo, l’aria, l’atmosfera, a emergere spontaneamente dai bambini, se sono state affrontate nel programma di scienze. Forse ci sarà occasione di parlarne, forse no. Ma a un certo punto qualcuno dirà: «Andiamo fuori a osservarlo!».
FARE, CREARE, COMPORRE
Italiano
Usciamo in giardino, nel cortile o sulla terrazza della scuola, portando con noi il quaderno di italiano e una matita. Diamo le indicazioni di lavoro ai bambini: ognuno si sdraierà a pancia in su, isolato dagli altri, e guarderà a lungo il cielo (non il sole, che nuoce agli occhi), in silenzio. Poi scriverà tutti gli aggettivi che gli verranno in mente per il cielo, uno tirerà l’altro; gli verranno in mente tanti cieli diversi anche da quello che ha negli occhi in quel momento.
Si potrebbero, se no, fare diverse osservazioni, scegliendo le giornate in modo che il cielo sia sempre differente.
Tornati in classe, si rielabora quello che fuori è emerso in modo spontaneo. Tutti scrivono sul loro quaderno gli aggettivi che sono stati trovati. Questo momento è importante poiché il vocabolario del cielo si arricchisce enormemente con le idee di tutti e servirà a ognuno per comporre un testo.
Diamo un titolo per una breve composizione scritta. Ad esempio Descrivo il cielo di oggi (più semplice), Il cielo è il mio specchio (in questo caso i bambini utilizzano il cielo come metafora per descrivere il loro modo di essere e sentire).
Si potrebbero, se no, fare diverse osservazioni, scegliendo le giornate in modo che il cielo sia sempre differente.
Tornati in classe, si rielabora quello che fuori è emerso in modo spontaneo. Tutti scrivono sul loro quaderno gli aggettivi che sono stati trovati. Questo momento è importante poiché il vocabolario del cielo si arricchisce enormemente con le idee di tutti e servirà a ognuno per comporre un testo.
Diamo un titolo per una breve composizione scritta. Ad esempio Descrivo il cielo di oggi (più semplice), Il cielo è il mio specchio (in questo caso i bambini utilizzano il cielo come metafora per descrivere il loro modo di essere e sentire).
Arte
Se se ne ha la possibilità, sarebbe bello portare fuori i bambini anche a dipingere. Se non è possibile si può lavorare in classe.
Distribuiamo dei fogli da disegno ruvidi (200g), anche grandi (50×70 cm), e chiediamo di concentrarsi soprattutto sul cielo. Un semplice paesaggio, ma “un cielo strepitoso”, che non sia uniforme, come abbiamo scoperto osservandolo. Ognuno rappresenterà il suo cielo (nuvoloso, limpido, sgombro, grigio, bianco, blu, infiammato…) La tecnica più indicata, benché più difficile, è l’acquerello, perché ha una consistenza molto vicina al vero cielo. Vanno bene anche le matite. Ricordiamo ai bambini che non è necessario disegnare sempre il sole. A volte non si vede. Aiutiamoli a dipingere le nuvole, suggerendo di lasciare spazi bianchi nell’azzurro, con confini sfumati. Ma soprattutto, anche se chiederanno la nostra consulenza, incoraggiamoli a sperimentare, provare e trovare una loro tecnica per il loro cielo di oggi.
Concludiamo con la mostra di classe (cfr. La mostra di classe).
Distribuiamo dei fogli da disegno ruvidi (200g), anche grandi (50×70 cm), e chiediamo di concentrarsi soprattutto sul cielo. Un semplice paesaggio, ma “un cielo strepitoso”, che non sia uniforme, come abbiamo scoperto osservandolo. Ognuno rappresenterà il suo cielo (nuvoloso, limpido, sgombro, grigio, bianco, blu, infiammato…) La tecnica più indicata, benché più difficile, è l’acquerello, perché ha una consistenza molto vicina al vero cielo. Vanno bene anche le matite. Ricordiamo ai bambini che non è necessario disegnare sempre il sole. A volte non si vede. Aiutiamoli a dipingere le nuvole, suggerendo di lasciare spazi bianchi nell’azzurro, con confini sfumati. Ma soprattutto, anche se chiederanno la nostra consulenza, incoraggiamoli a sperimentare, provare e trovare una loro tecnica per il loro cielo di oggi.
Concludiamo con la mostra di classe (cfr. La mostra di classe).
Ambiente
Eventualmente potrebbe nascere una riflessione e una lezione di scienze sull’inquinamento dell’aria, sull’importanza dell’aria che respiriamo. A volte il cielo è inquinato. Sono i bambini stessi che lo dicono. Se abbiamo occasione possiamo seguire anche questo filone, poiché le tematiche ecologiche sono molto sentite dai bambini.
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