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In bilico tra Arte & Scienza

Arte e scienza si intrecciano e si influenzano molto più di quanto siamo portati a credere. Entrambe richiedono curiosità e creatività ed entrambe sono l’essenza dell’ingegno umano ma spesso si cede all’idea che siano due aspetti totalmente separati, anzi ancor di più si crede che uno abbia una mente scientifica e un altro una mente umanistica.
Non è così.
Le pitture rupestri risalenti a circa 36mila anni fa, dimostrano che gli uomini della pietra osservavano con cura gli animali che cacciavano in modo che i loro dipinti fossero corretti; e non solo, sapevano ricavare i pigmenti da diversi materiali naturali. Potremmo dire che erano artisti ma anche scienziati.

Dipinto Cava dei Bisonti da Altamira

Quando 5000 anni fa, gli uomini cominciarono a ricavare i metalli dalle rocce, quella nuova scoperta non fu usata solo per realizzare utensili ma anche oggetti d’arte come magnifici gioielli.
Da sempre arte e scienza sono state lo specchio l’una dell’altra: se torniamo indietro all’antica Grecia i filosofi atomisti avevano già immaginato il mondo fatto di piccolissime particelle, non divisibili (gli atomi) e Lucrezio, poeta latino del I sec. a.C. mise in versi latini la scienza di Epicuro.

E che dire di Galileo? Fondatore di una nuova scienza, espose le sue scoperte in testi di grande letteratura, tanto che secoli dopo Italo Calvino definì Galileo il più grande scrittore della lingua italiana.
Alla fine degli anni ‘50 Primo Levi, rispondendo alla denuncia di Charles Percy Snow che sosteneva l’avvenuta separazione tra «le due culture», quella scientifica e quella umanistica, scrisse:
– “Sovente ho messo piede sui ponti che uniscono (o dovrebbero unire) la cultura scientifica con quella letteraria scavalcando un crepaccio che mi è sempre sembrato assurdo. Questa separazione tra cultura scientifica e cultura umanistica, se c’è, è una schisi innaturale, non necessaria, nociva, frutto di lontani tabù e della controriforma, quando non risalga addirittura a una interpretazione meschina del divieto biblico di mangiare un certo frutto. Non la conoscevano Empedocle, Dante, Leonardo, Galileo, Cartesio, Goethe, Einstein, né gli anonimi costruttori delle cattedrali gotiche, né Michelangelo; né la conoscono i buoni artigiani d’oggi, né i fisici esitanti sull’orlo dell’inconoscibile”.

E a noi che non siamo né artisti né scienziati cosa interessa questo discorso?
Lasciamoci stupire dalla bellezza nella sua più ampia accezione, senza timore di avere “una mente matematica” o al contrario “artistica” e lasciamo che anche i bambini facciano esperienze significative, dando loro il tempo, lo spazio, i materiali per stimolare la creatività intesa come quel processo attraverso cui si dà origine a qualcosa di nuovo (un’opera d’arte, un’idea, un oggetto o un’invenzione).
Di questo e di molto altro, tratterà il nuovo album Artonauti Arte e Scienza
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