Come siete entrati in possesso dell’album?
Lo abbiamo ricevuto a scuola tramite voi di Artonauti. In alcune classi era già arrivato, nella mia classe è arrivato proprio quando c’ero io. Ho colto subito l’occasione per fare une lezione di procedure.
Ovvero?
Quando iniziamo una nuova attività con gli studenti faccio sempre una “lezione di procedure”. Ho detto agli alunni che era arrivato un regalo per noi, ho chiesto loro come poterlo utilizzare. Siamo partiti dallo spacchettamento, da dove si butta la carta. È stato un po’ come andare alla scoperta.
Qual è stata la prima reazione dei suoi alunni?
“Che bello”, proprio banalmente. Hanno molto apprezzato il fatto che fosse un regalo. Tra l’altro non gliel’ho distribuito subito a inizio lezione, mi hanno visto entrare con un pacco pesante… Qualcuno lo aveva già scoperto tramite fratelli o sorelle.
Ognuno ha aperto il suo pacchetto, come se lo avesse vinto. Ha visto così le sue prime figurine.
Sono alunni di terza elementare che hanno già fatto un piccolo percorso di laboratori di arte e che conoscevano già qualche autore. Sono andati subito alla ricerca degli artisti a loro familiari. È scattato subito il gioco del più fortunato: chi aveva trovato la Gioconda oppure un’altra opera che avevano già conosciuto in classe.
Li ho lasciati liberi di scoprire.
Come ha introdotto l’album ai suoi alunni?
Ho chiesto a chi non ha trovato l’autore conosciuto o la figurina preferita di indicarmi quale altra opera avesse tra le mani: ho cercato le opere online e le abbiamo proiettate in classe. Un po’ come facciamo quando visitiamo le mostre, ho chiesto agli alunni cosa gli piacesse di alcune opere proiettate in classe e ho ottenuto le risposte più disparate: la luce, il giallo, la pennellata.
Un alunno, a proposito di un dipinto di Monet, mi ha risposto: “Mi piace perché non si vede niente di definito e te lo puoi immaginare”.
Adesso con la mia collega, titolare della classe, tutte le settimane dedichiamo un po’ di tempo a insegnare Arte tramite l’album: che sia attaccando le figurine, giocando a riconoscere le opere con le Twin Card o proiettando le immagini in classe.
Utilizziamo l’album come percorso d’arte.
Aggiungo che, lavorando anche sul sostegno, gli album di qualunque genere sono un modo per insegnare a numerare. Sembra una banalità, ma i bambini che fanno fatica a numerare utilizzano molto l’immagine per ricordare il numero, ad esempio uno degli alunni si ricorda esattamente il numero della pagina dedicata a Van Gogh.
Riconosco all’album anche un valore sociale, un laboratorio di cittadinanza: il concetto di scambio, di uno scambio equo. Ricordo un alunno che si è arrabbiato quando un compagno ha cercato di scambiare due figurine per una, giustificando la scelta con la presunta rarità delle figurine (ride).
Per il futuro, sta pensando a qualche uso particolare di album e figurine per l’attività didattica?
Non sono una grande pianificatrice, mi piace sempre elaborare dei canovacci da sottoporre agli alunni per vedere come reagiscono, per stimolare la loro creatività. Per questo ho pensato a un possibile utilizzo delle figurine doppie: incollandole su un foglio bianco e chiedendo agli alunni di disegnare intorno. Con la massima liberà di riprodurre anche una vaga copia dell’opera originale oppure di creare qualcosa di nuovo. Accetto sempre la massima libertà di espressione degli alunni purché sia fatta con cura.
A proposito di figurine doppie, mi piace specificare che all’interno della scuola abbiamo avviato una sorta di tutoring: una scatola che gira tra le classi per raccogliere le triple e le quadruple, che poi verranno portate a una scuola meno fortunata della periferia che conosco. Lì lavora una maestra che ha distribuito gli album regalati da voi, ma in quella scuola i bambini possono regalarsi un pacchetto ogni tanto, per questo abbiamo attivato questa sorta di adozione attraverso l’album.
A volte la scatola passa autonomamente, a volte con chi raccoglie le presenze: ci sono bambini che conservano apposta la doppie per quella scatola. Mi sembra un bel modo di far passare un messaggio di apertura verso gli altri: proprio attraverso l’arte, che appartiene a tutti.
Cosa piace di più ai suoi alunni? Cosa piace di meno?
Quello che piace di più è completare una pagina, la soddisfazione di vedere ricomporsi le opere che avete scelto per ogni autore. Ad esempio, le 4 figurine che completano il Colosseo danno grande soddisfazione.
Oggi, un alunno ha completato il mosaico di Ravenna con le colombe ed era tutto un tripudio di gioia, euforia.
Non saprei dire cosa piace di meno. Forse il meccanismo di trovare in un pacchetto le figurine doppie.
C’è una frase detta da un suo alunno che l’ha particolarmente colpita?
Quando abbiamo cominciato ad avere qualche copia per fare il memory, abbiamo iniziato a giocarci un po’. Un mio alunno, tra quelli un po’ più bravi nella classe, mi ha detto non credeva sarebbe stato in grado di ricordarsi il nome di tutte queste opere d’arte.
C’era la Dama con l’Ermellino, il busto di Nefertiti… Il fatto di ricordarsi tutte le Card lo ha molto colpito. Aggiungo io, soprattutto in quest’epoca in cui siamo subissati da immagini.
Per i bambini l’album è un po’ come un giornale. Non tanto un libro d’arte perché i bambini scorrono l’album quasi come se stessero giocando a una caccia al tesoro.
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Speriamo possa fornirvi spunti interessanti per coinvolgere i vostri alunni o i vostri figli e insieme giocare con l’arte.
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