Immaginate di camminare per le vie di Siracusa, all’improvviso sentite qualcuno che urla.
Tutti intorno a voi cercano di capire cosa sta succedendo! Un uomo nudo, corre per la strada!
Un servitore cerca di convincere l’uomo a rientrare in casa, lo invita a coprirsi con un telo, ma nulla, lui continua a gridare Eureka! Ho trovato!
Tra le risatine della gente il commento di qualcheduno rivela: è Archimede, lo scienziato!
Nessuno intorno a lui comprende la portata della sua intuizione ma tutti riconoscono la genialità di quest’uomo!
È il 200 a.C. e il sovrano di Siracusa, Gerone, ha chiesto allo scienziato di scoprire se la sua corona sia effettivamente d’oro.
Immerso nella vasca Archimede ha scoperto il principio che prenderà poi il suo nome: un corpo immerso in un fluido riceve una spinta dal basso verso l’alto pari al peso del volume di fluido spostato.
Ha posto la corona in una tinozza e l’ha riempita fino all’orlo, senza far uscire una goccia d’acqua; poi ha fatto la stessa cosa con un lingotto d’oro dello stesso peso. L’acqua ha incominciato a fuoriuscire perché nonostante la corona e l’oro abbiano lo stesso peso, non hanno lo stesso volume. Archimede ha appena intuito il concetto di peso specifico: materiali diversi con lo stesso peso occupano volumi differenti.
La corona infatti non è d’oro pura ma d’argento!
Scopre così che il re è stato ingannato!
Molti sono gli aneddoti su Archimede: si racconta anche che fosse sempre distratto e con la testa tra le nuvole, talmente immerso nei suoi pensieri che si dimenticava persino di lavarsi: i servitori dovevano trascinarlo nella vasca per lavarlo, mentre lui continuava a disegnare forme geometriche con le dita!
Non sappiamo se questi racconti corrispondano al vero, certo è che Archimede è stato uno dei più grandi scienziati dell’antichità.
Nato a Siracusa, nella Magna Grecia era figlio di Fidia, astronomo greco che gli trasmise l’amore per la scienza.
La sua curiosità spaziava dalla geometria alla fisica, alla matematica: calcolò la superficie e il volume di una sfera, scoprì il funzionamento delle leve, realizzò una sorta di planetario, inventò un odometro (l’antenato del contachilometri), un orologio ad acqua, una vite in grado di sollevare l’acqua. Non solo, inventò anche balaustre, catapulte e specchi che risultarono preziosi nelle battaglie contro i Romani: gli specchi posizionati sulle navi per esempio, catturavano i raggi del sole e bruciavano le vele delle navi nemiche.
Questa e altre curiosità nell’album Arte&Scienza.