Una questione di vedute

Giovanni Antonio Canal, detto il Canaletto, ha conquistato il mondo con le sue vedute di Venezia.
Le sue opere che sembrano fotografie sono inoltre un punto di riferimento per la storia dell’arte.
Come arrivò alla pittura di vedute? Come realizzava le sue opere?
Scopriamo insieme i segreti delle vedute di Canaletto!

Scenografia, una tradizione di famiglia

Se le vedute di Canaletto vi sembrano scenografiche e teatrali, avete un ottimo intuito.
Canaletto infatti era figlio di uno scenografo e, insieme al fratello, fu educato dal padre alla pittura dei fondali di teatro.
Il passaggio alla pittura di vedute accadde solo dopo un soggiorno a Roma, dove conobbe un gruppo di pittori definiti appunto “vedutisti”.

Canaletto e i segreti della camera ottica

Canaletto è famoso per le sue vedute che raccontano la vita dei canali di Venezia nel minimo dettaglio.
Le sue tele ricordano le fotografie e non è un caso: per realizzarle utilizzò una camera ottica, una sorta di antenato della macchina fotografica.
Una scatola buia con un sistema di lenti e di specchi che permetteva di proiettare le vedute di Venezia su un foglio e ricalcarne i tratti salienti.

Una cartolina “scientifica” per studiare l’acqua alta a Venezia

Siamo abituati a pensare all’arte come un potente mezzo estetico ed emotivo eppure le opere di Canaletto sono state utili anche per la scienza.
Infatti gli studiosi del fenomeno dell’acqua alta a Venezia hanno trovato nelle sue tele dell’artista una fonte in grado di documentare il cambiamento del livello dell’acqua nei secoli, analizzando le riproduzioni dei palazzi nei loro minimi dettagli.
Tra gli elementi più interessanti per gli studiosi ci sono sicuramente le alghe dipinte alle basi dei palazzi!

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