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Le pillole di Salomone – Regno della Terra

Giuseppe Arcimboldo, La TerraFranz Marc, Donna con gattoGiovanni  Segantini, Le due madri / Francisco de Goya, Scene di corrida / Aurelio Luini, Diluvio Universale con arca di Noè Vincent van Gogh, Sentiero di notte in Provenza Paul Klee, Paesaggio con uccelli gialli Pierre Auguste Renoir, Paesaggio estivo Vassilij Kandinskij, Case a Monaco Robert Delaunay, Tour Eiffel Umberto Boccioni, La città che sale / Vincent van Gogh, Café Terrace Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il quarto stato

Giuseppe Arcimboldo, La Terra, 1566, Lichtenstein The Princely Collections Austria, Vienna.
Giuseppe Arcimboldo nasce a Milano nel 1527 e insieme al padre, pittore, dipinge i cartoni preparatori per le vetrate e diversi affreschi del Duomo di Milano. Giuseppe ha una personalità originale e oltre a essere pittore, è anche scenografo, costumista e inventore musicale. Famose sono le feste che organizza alla corte degli Asburgo a Vienna con cortei trionfali e scenografie stupefacenti. Quando Rodolfo II diventa sovrano, l’artista si unisce alla sua corte a Praga e dipinge per lui i ritratti delle stagioni e degli elementi, gli unici quadri che l’imperatore tiene nella sua camera da letto tra le migliaia di opere d’arte che possedeva. I quadri di Arcimboldo infatti, oltre alla particolarità dei soggetti e all’accurata realizzazione, nascondono significati che solo uno studioso di simboli alchemici, come l’imperatore Rodolfo, può intuire.


Franz Marc, Donna con gatto, 1912, Kunstmuseum Moritzburg, Halle Germania.
Franz Marc è stato un pittore e incisore tedesco. Nasce a Monaco l’8 febbraio 1880 e inizialmente studia filosofia ma poi decide di dedicarsi completamente alla pittura. Lavora insieme a Kandinsky e Klee e per la prima volta questi artisti propongono un’arte che esprime l’interiorità dell’artista e per questo può distaccarsi dalla realtà esterna.
Ama dipingere gli animali, che ritiene essere più puri delle persone. Famosi sono i suoi cavalli, le volpi, i cani e i gatti che assumono una nuova vitalità grazie ai colori innaturali.
Gli animali, in particolare gli adorati cavalli, esprimono la bellezza, l’innocenza, la spiritualità.
Durante la prima guerra mondiale il pittore si arruola volontario e dal fronte continua a realizzare disegni e schizzi: a un certo punto il governo tedesco richiama gli artisti più talentuosi per proteggerli dai pericoli della battaglia ma proprio quel giorno Marc viene ucciso. Il pittore, che fino a quel momento aveva realizzato 244 dipinti ad olio e 261 disegni, sarà ricordato come uno dei maggiori artisti tedeschi del Novecento.


Giovanni Segantini, Le due madri, 1889, Galleria d’Arte Moderna, Milano
Giovanni Segantini, il pittore delle montagne, nasce ad Arco, in provincia di Trento il 15 gennaio 1858, dopo la morte della giovane madre si trasferisce dalla sorella a Milano, dove vive un periodo molto triste. Studia all’Accademia di Belle Arti di Brera e per un periodo lavora nel negozio del fratello fotografo. Si trasferisce con la sua famiglia (Giovanni e la moglie Bice ebbero 4 figli) in Svizzera. I paesaggi alpini diventano i protagonisti dei suoi quadri. Il pittore ama dipingere all’aria aperta, su grandi tele, senza generalmente fare bozzetti preparatori.
Il dipinto Le due Madri, ha come sottotitolo “Effetto di lanterna, Interno di una stalla”. Una lanterna posta al centro dell’opera infatti, crea una luce calda, la scena ricorda la Natività.


Francisco de Goya, Scene di corrida, 1824, collezione privata
Francisco José de Goya è stato un pittore e incisore spagnolo. Nasce il 30 marzo 1746. Ha un temperamento esuberante e impetuoso e presto si trasferisce a Madrid, dove vuole diventare pittore del re. Tenta due volte di entrare alla Real Academia de San Fernando, voluta da Ferdinando IV e non si arrende dinnanzi ai primi rifiuti. Diventa ritrattista e poi nel 1786 diventa Pintor del Rey, pittore del re. A seguito di una malattia, il pittore diventa sordo. Questo episodio cambierà molto il suo stile, diventando più cupo e misterioso. Le sue tele testimoniano i cambiamenti politici e sociali che stavano sconvolgendo la Spagna, ritrae scene di guerra e le rivolte popolari. Il pittore riuscì con le sue opere a rappresentare i tormenti interiori.
Realizza anche una serie di incisioni e disegni chiamata La Tauromaquia in cui rappresenta la lotta tra l’uomo e il toro. Il pittore è molto attento nella scelta dell’inquadratura, quasi avesse una macchina fotografica. L’artista ama molto questo tema, lo realizza diverse volte: solo recentemente 33 incisioni rappresentanti la corrida sono state ritrovate nascoste in uno scaffale di una libreria nel castello de Montigny nel nord della Francia, il set completo è finito subito all’asta!
 


Aurelio Luini, Diluvio Universale con arca di Noè, 1556, Chiesa di San Maurizio al monastero Maggiore, Milano.
In corso Magenta a Milano esiste uno scrigno nascosto: da fuori non si ha la percezione della bellezza custodita al suo interno. La cappella fa parte del monastero benedettino e fu affidato a Bernardino Luini il compito di affrescare la terza cappella. Portarono a termine il suo lavoro i figli, Aurelio e Giovan Piero. La chiesa era divisa in due parti: una aperta ai fedeli, l’altra riservata alle monache benedettine. Nella parte di coro troviamo la scena dell’arca in cui Noè seguendo le indicazioni ricevute da Dio: far salire tutti gli animali sull’arca per salvarli dal diluvio.
Se si aguzza la vista si vede che tra i tanti animali che stanno salendo sull’arca c’è anche una coppia di unicorni.


Vincent van Gogh, Sentiero di notte in Provenza, 1890, Museo Kröller-Müller, Otterlo, Paesi Bassi.
Vincent van Gogh è stato un pittore olandese. Nasce nel 1853 a Zundert.
Molto conosciuto e apprezzato solo dopo la sua morte, i suoi quadri oggi hanno un valore inestimabile… e  pensare che durante la sua vita nessuno comprava le sue opere, a eccezione di suo fratello Theo. Inizia a dipingere all’età di 27 anni incoraggiato dal fratello che non smette mai di credere in lui. In soli dieci anni realizza 850 dipinti e più di 1300 disegni. Vive in modo umile, ama passeggiare nelle campagne e ritrae il mondo che lo circonda; dipinge anche di notte indossando un cappello su cui incastra candele.
Gran parte delle cose che si conoscono di questo artista lo si deve allo scambio di lettere con il fratello.
Van Gogh ha un animo inquieto, trova pace solo dipingendo, anche quando viene ricoverato in un ospedale psichiatrico.
Van Gogh dipinge questo quadro nel maggio del 1890: il cielo stellato, dipinto in modo preciso e accurato è protagonista della tela. La luna e le stelle illuminano un sentiero percorso da una coppia e un carretto trainato da un cavallo.
Il pittore scrive, a proposito di questo quadro, all’amico Gauguin: “Laggiù ho lasciato ancora un cipresso con una stella, un ultimo tentativo – un cielo notturno con la luna tenue, niente più che una gobba sottile che sale dall’ombra scura della terra, una stella con un bagliore eccessivo, per così dire, una dolce luce rosa e verde nel cielo oltremare solcato da nuvole.”


Paul Klee, Paesaggio con uccelli gialli,1923, Collezione Doetsch Benzige, Basilea, collezione privata.
Klee è stato pittore, musicista e poeta. Nasce in Svizzera nel 1879 in una famiglia di musicisti, suo padre era un professore di musica e sua madre cantante. Incomincia a sette anni a suonare il violino e continua tutta la vita.
Ama altrettanto l’arte e quando è a scuola si distrae spessissimo e disegna ai margini delle pagine dei libri. Sposa una pianista e hanno un figlio, Felix, per il quale l’artista costruisce marionette e giochi fantastici. Viaggia in Italia e in Tunisia dove si innamora dei colori ma ama più di tutto il disegno puro. Insegna alla scuola del Bauhaus in Germania per dieci anni, dove diventa molto amico di Kandinsky e Marc. Quando Hitler conquista il potere, torna a vivere in Svizzera. Nella sua vita Paul Klee realizza più di novemila opere tra disegni, acquerelli, chine e dipinti. A Berna c’è il Zentrum Paul Klee, disegnato d Renzo Piano, un luogo meraviglioso da visitare, più che un museo un grande atelier.


Pierre Auguste Renoir, Paesaggio estivo, 1875, Thyssen Bornemisza Museum, Madrid, Spagna.
Renoir è stato un pittore francese, conosciuto come il pittore della gioia di vivere. Nasce in una famiglia modesta ma il padre comprendendo il talento del figlio, usa i suoi risparmi per comprargli il materiale per il disegno. Si iscrive alla scuola di Belle Arti dove conosce Monet e Sisley. Condivide con loro l’amore della pittura en plein air, all’aria aperta, e rifiuta le convenzioni degli ateliers. Nasce così il movimento degli impressionisti: quegli artisti che cercano di cogliere l’impressione del momento attraverso l’uso di pennellate rapide per stendere il colore puro. I quadri di Renoir esprimono la gioia di vivere, la felicità che sta nelle piccole cose. Si dice che i suoi occhi fossero sempre sorridenti e alla ricerca di qualcosa di bello. Colpito da una malattia alle mani, si fece legare i pennelli ai polsi pur di continuare a dipingere.


Vassilij Kandinskij, Case a Monaco, 1908, Wuppertal, Von der Heydt Museum, Germania
Nasce a Mosca nel 1866 dove vive e studia. Poi, si trasferisce a Odessa dalla zia, che gli insegna a disegnare e a suonare il violoncello. L’amore per la musica lo accompagna tutta la vita. Viaggia molto in Europa e in nord Africa. Decide ben presto di diventare un artista. Diventa amico di Franz Marc e Paul Klee e con loro fonda il Cavaliere Azzurro, un movimento in cui l’artista si ispirava al mondo interiore e in cui i colori non dovevano rappresentare la realtà così come si vede ma come si sente. Kandinsky stesso racconta che il nome Der Blauer Reiter, lo trovarono davanti a una tazza di caffè sotto il pergolato: a entrambi piaceva il blu, a Marc piacevano i cavalli, a lui i cavalieri e così il nome venne fuori da solo.
Kandinsky usa le forme e i colori come un musicista e compositore. Famoso per essere il maggiore esponente dell’astrattismo, è lui stesso che racconta di quando un giorno, guardando un suo dipinto capovolto, si rende conto che la realtà dell’oggetto dipinto non è per niente importante:
– «Un giorno aprendo la porta dello studio vidi dinanzi a me un quadro indescrivibilmente bello. All’inizio rimasi sbalordito ma poi mi avvicinai e finalmente capii: era un quadro che avevo dipinto io e che era stato appoggiato capovolto.»


Robert Delaunay, Tour Eiffel, 1924, Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington.
Robert Delaunay (si pronuncia deloné) è stato un pittore francese. Nasce a Parigi nel 1885, da ragazzo lavora in uno studio di scenografia, poi decide di dedicarsi completamente alla pittura. Realizza una serie di opere dedicate alla sua città e alla dame de Fer: affascinato dalla Tour Eiffel, la considerava il simbolo della modernità. Nelle sue opere il colore prende vita, dando alla costruzione un senso di movimento e dinamismo.
 


Umberto Boccioni, La città che sale, 1911, Museum of Modern Art, MOMA, New York.

Il bozzetto preparatorio è esposto nella collezione della Pinacoteca di Brera a Milano.
Umberto Boccioni è stato un pittore e scultore italiano, massimo esponente del Futurismo, il movimento che rifiuta qualsiasi forma di tradizione del passato e si ispira alla modernità, alla velocità e allo sviluppo tecnologico…
Nasce a Reggio Calabria nel 1882, si trasferisce in diverse città tra cui Genova, Padova, Catania.
In quest’opera il pittore ritrae una scena che vede dal suo balcone della sua abitazione a Milano. Il titolo scelto inizialmente era Il lavoro, poi fu cambiato in La Città che sale, dando l’idea di una città in movimento, che cambia velocemente per stare al passo con i tempi e si trasforma.
Il quadro colpisce per il grande dinamismo che il pittore riesce a trasmettere.
La grande tela (200X290 cm) infatti, rappresenta la scena di una città in costruzione: in primo piano cavalli e uomini sono ritratti in uno sforzo esasperato per trasportare dei carichi pesanti. Sullo sfondo ciminiere e cantieri, un tram giallo sulla sinistra.
Il cavallo al centro della scena è rosso fuoco, e con la sua energia sembra travolgere tutto; una forza prorompente che non può arrestarsi. Gli uomini faticano a fermare i cavalli imbizzarriti e i personaggi si fondono gli uni negli altri. Dirà il pittore stesso: «Le linee di forza convogliano le energie del dipinto in molteplici direzioni, trascinando lo spettatore che sarà quindi obbligato a lottare anch’egli coi personaggi del quadro.»
 


Vincent van Gogh, Café Terrace, 1888, Museo Kröller-Müller di Otterlo, Paesi Bassi.
Questo dipinto, che inizialmente si chiamava il Cafè la sera, è stato dipinto dall’artista direttamente sul posto, ad Arles in Provenza. Ancora oggi esiste quel bar, che si chiama Cafè Van Gogh. Il pittore ritrae la scena movimentata all’esterno del cafè, illuminato dalla luce gialla delle lanterne in evidente contrasto con il blu della notte tutto intorno. Delle file dei tavolini, alcuni avventori che bevono e un cameriere che prende le ordinazioni animano la scena del café, mentre intorno regna la tranquillità della notte. Il cielo è illuminato dalle stelle che il pittore dipinge con accuratezza; andando ad analizzare le costellazioni di quel periodo e confrontandole con il dipinto, gli studiosi ipotizzano infatti che l’artista abbia realizzato quest’opera tra il 16 e il 17 settembre 1888.
Van Gogh amava molto la notte e la dipinge diverse volte: lui stesso scrive in una lettera “La notte è più viva e più colorata del giorno.
 


Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il quarto stato, 1898-1901, Galleria d’Arte Moderna, Milano.
Il pittore lo terminò nel 1901, dopo dieci anni di studio.
Il quarto stato era il nome indicato per i lavoratori, gli operai e i contadini; in questa grande tela (293 x 545 cm) il pittore rappresenta un gruppo di lavoratori che cammina compatto manifestando per i propri diritti. Uomini, donne, bambini procedono dall’oscurità verso la luce che si trova dinnanzi a loro.
Il pittore stesso descrive l’opera «Son uomini, donne, vecchi, bambini: affamati tutti che vengono a reclamare ciò che di diritto – sereni e calmi, del resto, come chi sa di domandare né più né meno di quel che gli spetta – essi hanno sofferto assai, è giunta l’ora del riscatto, così pensano e non vogliono ottenere con la forza, ma con la ragione – qualcuno potrà alzare il pugno in atto di minaccia ma la folla non è con lui, essa si fida nei suoi ambasciatori – gli uomini intelligenti […]»
L’opera è ambientata a Volpedo e i personaggi sono abitanti del luogo.