Inventata alla fine dell’Ottocento la trasmissione di onde radio fu utilizzata inizialmente per trasmettere messaggi a distanza (un po’ come il telefono), finché negli anni Venti nacquero le prime stazioni radiofoniche.
Proprio come per tutte le invenzioni, furono decisive le scoperte di più scienziati e alla fine come in un puzzle, ognuno appose la sua tessera per arrivare a questa straordinaria invenzione che cambiò la vita di milioni di persone.
Le onde elettromagnetiche erano state scoperte nel 1873 dal fisico scozzese James Clerk Maxwell; pochi anni dopo un suo collega tedesco, Heinrich Rudolf Hertz, riuscì a generare onde utilizzando l’energia elettrica e nel 1894 il fisico inglese Oliver Lodge, costruì il primo rivelatore di onde elettromagnetiche.
Da lì in poi la strada era aperta e tra il 1895 e il 1896 Marconi in Italia e Popov in Russia, senza saperlo, stavano lavorando a un congegno capace di inviare e ricevere segnali radio.
Marconi anticipò di pochi giorni l’inventore russo e il 2 giugno 1896 riuscì a depositare per primo il brevetto della radio.
Non si comprese da subito il potenziale della radio, che rimase uno strumento per pochi, fino a dopo la prima guerra mondiale quando accanto all’utilizzo amatoriale comparvero le prime emittenti radio che trasmettevano soprattutto notizie e musica.
Il successo di una nuova musica, il jazz, scatenò un vero e proprio boom della radio, e di lì a poco nacquero quasi cinquecento stazioni.
Se siete curiosi di sapere che musiche si ascoltavano allora, abbiamo fatto per voi una selezione:
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