“Solo noi maestre e maestri sappiamo cosa vuol dire trovarsi immersi in quel mare dei primi giorni di scuola della vita di un bambino. Stiamo in piedi tra i banchi, come se fossimo con le gambe a mollo vicino alla riva, le spalle rivolte a terra, continuiamo a girare la prua di alcune barchette verso il mare aperto, ma quelle, appena ci spostiamo per soccorrere qualcun altro, si lasciano trasportare a riva dalle onde, cercano la sponda, non ne vogliono sapere di imbarcarsi. Altre barchine già fremono per salpare, ma hanno dimenticato di abbassare la deriva o hanno frettolosamente issato la vela, potrebbero scuffiare, vanno riportate a riva e bisogna mostrare loro, di nuovo come si fa.
Qualcuno piange, un altro è già lontano, la parola “maestra” risuona di continuo in ogni angolo della classe. Cercano incoraggiamento, gratificazione aiuto, vogliono essere rassicurati, sostenuti, accompagnati.
E noi ci facciamo in mille, vorremmo letteralmente moltiplicarci per essere dappertutto. Cerchiamo di mantenerci calmi e pazienti. Cerchiamo di non scoraggiarci e, se ci sentiamo senza forze, tentiamo di non mostrarlo. Impugnature storte e improbabili, movimenti all’incontrario nel tracciare le lettere, perdita dell’orientamento nei quadretti, nebbia fitta per alcuni che hanno bisogno di più tempo.
«Maestra, sono rimasto indietro», «Maestra non sono capace», «Maestra guardami», «Maestra non mi viene». Poi finalmente le prime voci trionfanti: «Maestra, guarda che bella M», «Maestra ho scritto ORSO» Maestra leggi, guarda, fammi capire che io ho scritto e tu hai letto, ho trovato il modo per comunicare con gli altri. Giro di boa, si può virare e cominciare a scrivere. Piovono le parole. Tante parole libere. Sul quaderno, sui fogli volanti, sui disegni, sui pizzini, sulla lavagna, ovunque si scrive (…) Il vento giusto arriverà per tutti, nel giro dei giorni, dei mesi, degli anni. Salperanno tutti, questa è la formidabile certezza che ci sorregge. Noi resteremo sulla riva con lo sguardo fisso, fino a vederli scomparire.Finalmente gireremo le spalle al mare, per tornare a prendere nuove piccole barche e ricominciare da capo.”
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Nell’immagine “Bambino che alza il mare” – Alessandro Gottardo Aka Shout.