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Turandot | Puccini, Nessun dorma – Tenor Franco Corelli 1963

 

 
Nessun dorma, nessun dorma
Tu pure, o principessa
Nella tua fredda stanza
Guardi le stelle
Che tremano d’amore
E di speranza
Ma il mio mistero è chiuso in me
Il nome mio nessun saprà
No, no, sulla tua bocca lo dirò
Quando la luce splenderà
Ed il mio bacio scioglierà il silenzio
Che ti fa mia
Il nome suo nessun saprà
E noi dovrem, ahimé morir, morir
Dilegua, o notte
Tramontate, stelle
Tramontate, stelle
All’alba vincerò
Vincerò, vincerò

La trama della Turandot

Siamo a Pechino, al tempo delle favole, tempo in cui vive Turandot, una bellissima principessa dal cuore di ghiaccio.
Molti principi vorrebbero sposarla, ma la principessa li sottopone ad una prova: risolvere tre enigmi difficilissimi. Risolti tutti e tre gli enigmi potranno avere la sua mano, ma in caso contrario perderanno la vita!
Il principe Calaf, figlio del re dei Tartari, incontra casualmente a Pechino suo padre Timur, arrivato lì dopo un lungo esilio, insieme a lui vi è anche la fedele schiava Liù. Il principe rimane così affascinato dalla bella Turandot che decide a sua volta di provare a risolvere gli enigmi, contro al parere di tutti, domanda di mantenere segreto il suo nome a sua padre e a Liù per sicurezza.

Il giorno seguente Calaf risolve tutti gli enigmi della Turandot, ma non volendo sposarla contro la sua volontà le offre una scappatoia: qualora lei riesca ad indovinare il suo nome prima dell’alba potrà comunque condannarlo a morte.
Turandot ordina che quella notte a Pechino nessuno dorma: le guardie bussano ad ogni porta domandando a tutti il nome del principe straniero e alla fine trovano Timur e Liù che conducono di fronte a Turandot. Liù canta il suo amore segreto per il principe e poi, per paura di lasciarsi sfuggire il nome di Calaf sotto tortura si uccide con una spada. Mentre tutti piangono la morte di Liù, Calaf rimasto solo con Turandot la bacia sciogliendo finalmente il suo cuore di ghiaccio.
L’alba sopraggiunge e Calaf rivela il suo nome alla principessa, mettendo la vita nelle sue mani. Dinnanzi all’imperatore e alla folla, Turando dichiara il nome dello straniero: “Amore” e lo abbraccia.