Lege et rilege, dal latino: leggi e rileggi.
Sono queste le parole chiave per capire Arcimboldo, un artista tanto amato in tutto il mondo quanto misterioso.
La sua storia è quella di un ragazzo milanese che iniziò la carriera artistica nella bottega del padre, pittore che aveva lavorato anche alla fabbrica del Duomo.
Non conosciamo molto la sua produzione giovanile ma una cosa è certa: la sua vita cambiò radicalmente nel 1562, quando si trasferì a Vienna alla corte degli imperatori d’Asburgo. Arcimboldo fu molto amato a corte ed è proprio a questo periodo che risalgono le sue prime, famosissime opere: ritratti di volti umani ottenuti tramite composizioni di frutti, verdure e pesci.
Opere che strizzano l’occhio ad adulti e bambini e che sono molto apprezzate per la loro natura giocosa, ma fate molta attenzione: le intenzioni artistiche di Arcimboldo non erano affatto quelle di realizzare semplici giochi visivi.
Al contrario, Arcimboldo era molto interessato alla natura allegorica e simbolica della realtà; con la sua arte ha cercato di andare oltre alle apparenze del mondo.
Non a caso le sue composizioni, pur utilizzando elementi provenienti dal mondo naturale (frutta, verdura, animali), cercano di andare oltre la natura, realizzando composizioni surreali con un significato ben più ampio dei singoli elementi compositivi.
Da qui le famose parole lege et rilege, ovvero leggi e rileggi: un principio cardine dell’alchimia, che Arcimboldo aveva conosciuto molto bene a corte grazie a Rodolfo II, sovrano molto interessato alle scienze occulte.
Lege et rilege invitano proprio a questo: a leggere e rileggere per approfondire, per scoprire nuovi significati oltre le apparenze.
Se vi capiterà di ammirare dal vivo un’opera di Arcimboldo, il nostro consiglio è questo: immaginate di andare oltre a quello che i vostri occhi stanno osservando, lasciandovi trasportare dai significati profondi delle sue opere.
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